- Simona Milani
- 13 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Se c'è una professione avvolta da un alone di mistero e diffidenza, quella del fotografo è sicuramente in cima alla lista. La mancanza di chiarezza su cosa accada dietro ad un servizio fotografico crea un alone di incertezza, una sorta di muro della timidezza che può impedire a molti di avvicinarsi al magico mondo della fotografia professionale.
Il "muro della timidezza" è un ostacolo che molti devono superare prima di decidere di affidarsi a un fotografo professionista. Il sentirsi fuori luogo di fronte all'obiettivo, rende l'idea di un servizio fotografico un terreno sconosciuto per molti e diventa una barriera che spesso impedisce di cogliere l'opportunità di immortalare momenti preziosi. E, se si riesce a superare questa barriera, ci si trova di fronte ai tabù legati ai costi, che possono ulteriormente allontanare chiunque desideri avvicinarsi al mondo della fotografia professionale.
Ma supponiamo che si riesca a superare questi ostacoli, che si abbia il coraggio di contattare un fotografo professionista. Qui, però, spesso ci si imbatte in un cliché scomodo: si potrebbe inciampare nella sfortuna di incontrare il prototipo del fotografo freddo, distante, concentrato sulla propria tecnica e bravura, con poca attenzione per le "difficoltà " di chi gli sta davanti.
Io, personalmente, per carattere, per il fatto di essere donna o per una mia dote empatica innata, mi definisco da sempre una "Fotografa Emozionale".
Credo fermamente nella "Fotografia Sensibile" che è quella capace di comprendere le emozioni del momento e di farle emergere attraverso uno scatto, trasformando un semplice servizio fotografico in un'esperienza unica e personale.
La fotografia sensibile va oltre lo scatto e abbraccia l'intero ambiente che si crea durante una sessione fotografica. Questo ambiente è sempre diverso, plasmato dalla persona con cui lavoro, ma tende ad essere avvolgente, confortevole e ricco di risate. Per me, il sorriso è la base di un buon ritratto, ma è anche il nettare dell'anima.
In conclusione, la sensibilità non si apprende da corsi formativi, non si acquista, né si costruisce nel corso del tempo professionale; è una dote innata, un dono che ognuno porta con sé. Credo che, soprattutto nel nostro mondo professionale, la sensibilità sia una qualità cruciale e irrinunciabile, un mondo in cui l'empatia e la connessione sono parte integrante dell'arte di catturare l'essenza di ogni istante.
Quindi, prima di parlare di qualsiasi altra dote professionale o artistica, offro la mia sensibilità . Una sensibilità che trasforma ogni scatto in un momento autentico, in cui le emozioni emergono spontanee, da qui nasce il mio essere una Fotografa Emozionale.
Il risultato finale va oltre la semplice immagine, catturando l'essenza stessa di ciò che è stato fotografato. La Fotografia Sensibile è un'arte che abbraccia l'anima, e io mi impegno a portarla avanti in ogni mio lavoro.
